Qual è il grado di soddisfazione dei dipendenti della tua farmacia? Domandaglielo.

Conoscere l’opinione dei farmacisti collaboratori sul proprio ambiente di lavoro è fondamentale per poter migliorare la sintonia tra colleghi e – in ultima analisi – l’efficienza operativa. In questa direzione, l’utilizzo di questionari anonimi permette l’espressione delle proprie valutazioni nella massima libertà e sincerità. Come dimostra l’esperienza dell’Antica Farmacia Lugaresi di Alfonsine (RA), di cui ci parla il titolare Alessandro Venturi. di Carlo Buonamico

Che la farmacia sia una vera e propria impresa e che come tale debba essere gestita ne diamo conto da tempo su PharmUP. Un’ulteriore evidenza viene dall’esperienza dell’Antica Farmacia Lugaresi di Alfonsine (RA) diretta da Alessandro Venturi che, proprio come è ormai prassi nella maggior parte delle aziende, ha voluto sondare il grado di soddisfazione lavorativa dei farmacisti, nonché la percezione dell’ambiente di lavoro e del contesto quotidiano in cui si trovano a operare i propri collaboratori. Con l’obiettivo, alto e tutt’altro che scontato, di migliorarsi, nell’ottica di creare la giusta sinergia tra titolari e collaboratori della farmacia, senza la quale portare avanti un’attività complessa come quella di una farmacia può risultare complicato.

Un questionario di soddisfazione dipendenti della farmacia custom-made

«Abbiamo sempre cercato di capire insieme ai nostri colleghi quali fossero i punti di forza del nostro lavoro e quali invece gli ambiti di miglioramento», illustra Venturi. «In passato ciò veniva fatto di persona durante le periodiche riunioni. Quest’anno invece abbiamo optato per un questionario anonimo online uguale per tutti i nostri 13 collaboratori».

Il questionario comprende oltre 40 domande a risposta multipla affiancate da un paio di quesiti a campo libero, mirate a far esprimere i dipendenti su tutti gli aspetti del proprio lavoro in farmacia. Racconta il titolare: «Ho impiegato due mesi per mettere a punto le domande. Ho studiato quali fossero i questionari più diffusi nelle aziende di diversi ambiti, mi sono confrontato con i dirigenti di altre realtà per capire quali fossero le aree più rilevanti su cui fare domande. E infine ho adattato queste informazioni al settore della farmacia, e alla mia». Sì, perché non esiste un modello “pronto uso”: ogni farmacia è diversa dalle altre, per dimensione, dinamiche e soprattutto composizione dell’organico, e per questo ciascun questionario deve essere personalizzato.

I risultati? Sorprendenti

Tanti gli ambiti rispetto ai quali è stato chiesto ai collaboratori di esprimere la propria opinione: dall’ambiente di lavoro alla comunicazione con i colleghi e i titolari, da cosa potrebbe fare la farmacia per i propri collaboratori ai punti su cui questi ultimi potrebbero impegnarsi a vantaggio della farmacia. Senza tralasciare i bisogni formativi e le aspettative dei farmacisti dipendenti. E i vantaggi del questionario anonimo sono subito risultati evidenti. Conferma Venturi: «L’anonimato ha permesso maggiore sincerità da parte dei collaboratori. Alcune risposte ci hanno sorpreso e hanno messo a nudo alcuni aspetti manageriali di cui non ci eravamo mai accorti. Come la necessità di dare sempre direttive chiare e univoche sugli obiettivi da raggiungere come farmacia, anche quando – come nel nostro caso – i titolari sono più d’uno. Su questo aspetto abbiamo già iniziato a lavorare e speriamo di raccogliere presto i frutti delle azioni correttive che abbiamo messo in atto».

Tesaurizzare le risorse

Perché è così importante relazionarsi nel modo adeguato con i propri collaboratori, cercando di comprendere le aree di miglioramento dell’ambiente di lavoro? Una delle ragioni, è evidente, è che un gruppo di lavoro motivato e ben armonizzato favorisce il buon funzionamento dell’azienda, ma anche perché – come sottolinea il titolare della farmacia di Alfonsine – «il problema della carenza di farmacisti collaboratori è cosa ben nota. Trovarne di nuovi è impresa ardua. Dobbiamo cercare di non far scappare le risorse preziose che abbiamo. E questo approccio di condivisione delle criticità in ottica migliorativa è fondamentale per riuscire a trattenere i propri collaboratori».

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