Galenica: una grande opportunità per la farmacia dei servizi

È parte del DNA del farmacista e oggi conosce un ritorno di attualità, grazie a diversi fattori ma soprattutto per la peculiare caratteristica di servizio focalizzato sui bisogni del paziente. Il laboratorio galenico rimette al centro il consiglio e la competenza, ma comporta anche un serio impegno finanziario e formativo, come conferma la dottoressa Manuale Bandi, titolare a Milano.

Il contrasto alla pandemia ha segnato, di fatto e nella percezione dei cittadini, il vero e proprio via alla farmacia dei servizi, ancor più concretizzato nella fase post-Covid. In questo ambito, come parte del patrimonio professionale e culturale del farmacista, la galenica può rivestire un ruolo importante anche nell’evoluzione della farmacia moderna, focalizzata sui bisogni di salute della persona. Non solo: in un momento in cui il problema della carenza ormai cronica di farmaci si sta manifestando con una certa rilevanza anche nel nostro Paese, l’allestimento di preparati magistrali per far fronte a tale situazione costituisce una valida alternativa nonché una grande opportunità per garantire agli utenti la continuità terapeutica. Una sfida quanto mai aperta e pienamente accolta da Manuela Bandi, titolare di farmacia a Milano con una lunga esperienza come farmacista preparatore, che afferma: «Abbiamo sposato la galenica una quindicina d’anni fa e ovviamente le richieste da parte degli utenti sono mutate nel tempo. Non possiamo negare, però, che in epoca Covid, ma soprattutto in questo ultimo periodo, determinati preparati – come per esempio lo sciroppo di ibuprofene per i bambini – che erano già poco richiesti prima che l’indisponibilità dei farmaci industriali li rendesse di difficile se non impossibile reperibilità, oggi sono tornati in auge, rendendo quanto mai attuale il loro allestimento in farmacia».

DUNQUE, DOTTORESSA, LA GALENICA COME ALTERNATIVA AL FARMACO INDUSTRIALE?

Ovviamente no. La preparazione officinale ha dei limiti rispetto a quella industriale, soprattutto per quanto riguarda la durata del farmaco che, proprio per la natura della preparazione stessa, risulta certamente ridotta rispetto al prodotto industriale. Il che comporta che vada sostituito con più frequenza. Una severa normativa vieta poi di fare la “copia” di un preparato già esistente in ambito industriale. Modificandone invece determinate caratteristiche, è possibile personalizzare un officinale cosi da poterlo adattare a qualche specifica esigenza del cliente/paziente. È il caso, per esempio, di soggetti che per via di una forma allergica o di un’intolleranza necessitano che all’interno del loro preparato non sia presente un determinato componente. Lo stesso vale per il dosaggio, che può essere differente da quello industriale, il quale, creato per essere utilizzato da larghe fasce di popolazione, non può essere modificato con la stessa versatilità.

RITIENE CHE LA POSSIBILITÀ DI OFFRIRE AL PUBBLICO PREPARATI GALENICI POSSA COSTITUIRE UN VALORE AGGIUNTO PER LA FARMACIA?

Sicuramente la galenica rappresenta uno degli aspetti più antichi e nobili della professione, per questo è importante preservare la tradizione e la cultura legate a quella che non esito a definire una vera e propria arte. Credo anche che per noi farmacisti la galenica rappresenti l’opportunità di recuperare un ruolo di protagonisti, sia nel consiglio sia nella preparazione, orientato a un modello di farmacia più vicino ai cittadini e che possa realmente valorizzare l’esercizio in cui operiamo. Va detto però che oggi la preparazione di medicinali in farmacia richiede un grande impegno non solo sotto il profilo dell’investimento economico per l’allestimento del laboratorio, ma anche sul piano del tempo che occorre dedicare alla ricerca, all’innovazione, alla formazione personale: insomma, bisogna essere convinti e consapevoli della strada che si sta intraprendendo.

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